Nella ricerca del lavoro è sempre più frequente l’utilizzo
di internet. Dalla ricerca delle aziende all’invio del Cv, il contatto tra
datore di lavoro e risorse coinvolge in misura sempre più ampia il web,
chiamando in causa soprattutto i candidati più giovani. Sebbene quella del
social recruiting non sia ancora una realtà consolidata in Italia, anche i
social network sono spesso usati come piattaforma utile per far incontrare domanda e offerta. Basti pensare a Linkedin, nato proprio dal proposito di
connettere tra loro non solo professionisti ma anche aspiranti lavoratori con i
maggiori esperti di uno specifico settore.
Secondo i dati diffusi da Adecco, una delle maggiori realtà
internazionali di HR, l’88% dei selezionatori utilizza i social network, mentre
il 53% dei candidati cerca lavoro soprattutto sui siti specializzati. Le modalità
e gli scopi di utilizzo del web e dei social per quanto riguarda i candidati variano
dalla costruzione di una rete di relazioni professionali alla verifica delle
credenziali dell’azienda, e per quanto riguarda i selezionatori, dalla verifica
del cv alla ricerca di profili idonei.
Internet è uno strumento immediato e alla portata di tutti
anche da postazioni mobili, il che facilita la ricerca e velocizza le
tempistiche. In un momento in cui la crescita dell’occupazione stenta a
decollare, l’ “attività telematica” nella ricerca del lavoro si fa sempre più
intensa e frenetica. Attenzione però, a non perdere di vista la salvaguardia e
la tutela della propria privacy online.
Il ladro di indentità digitale è sempre in agguato e la sua
presenza è capace di proliferare negli ambiti più frequentati dagli utenti come questo, facendo leva sulla
necessità di coloro che cercano un’occupazione. Sono stati registrati casi di
truffa ai danni dei candidati, che spinti da allettanti annunci di lavoro, sono
diventati vittima di veri e propri cyber-criminali.
I dati personali contenuti nel Cv possono essere utilizzati dal
finto selezionatore o datore di lavoro per accedere all’account dell’homebanking
(risalendo alla password dai propri dati per esempio), per accedere agli account
dei social network, per entrare in possesso di informazioni sulle aziende per cui
si è prestato servizio, serbando il rischio di compromettere la propria
credibilità e reputazione della propria vita digitale e non solo.
Al fine di evitare l’emergere di spiacevoli inconvenienti,
occorre adottare alcuni piccoli accorgimenti, come diffidare di annunci di
lavoro che promettono salari molto elevati e benefit di vario tipo, oppure da
quelli scritti con una grammatica errata. È opportuno, inoltre verificare se l’azienda
alla quale si vuole inoltrare la candidatura abbia un sito ed una sede fisica,
facendo attenzione a non fidarsi delle offerte di lavoro che richiedono somme
di denaro o non prevedono la fase di colloquio ai fini dell’assunzione.
È consigliabile, infine, non specificare nel dettaglio il
proprio background professionale e scolastico, evitando di fornire dettagli
sulle precedenti compagnie in cui si è prestato servizio, mantenendo solo informazioni
fondamentali e utili per la valutazione e l’interesse da parte del potenziale
datore di lavoro. Ottimizzare in tal
modo il potente strumento che candidati e recruiter hanno a disposizione può
aumentare le probabilità di raggiungere l’obiettivo ambito. Occhi aperti, dunque, e
buona ricerca!
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